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  BARI SI RACCONTA. AL FORTINO SANT’ANTONIO COLLETTIVA DI PITTURA FOTOGRAFIA E PAROLA

BARI SI RACCONTA. AL FORTINO SANT’ANTONIO COLLETTIVA DI PITTURA FOTOGRAFIA E PAROLA

—5 Luglio 20150
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Bari espone il suo scrigno di tesori medianti dalla magica interpretazione visiva  di  artisti fotografi pittori e   esteti della parola autoctona. Carmelo Colelli ci invia la sua cronaca dettagliata e, come sempre, appassionata.(red)  (Immagini di : Crescenza Caradonna  – Lucia Torielli  – Vito Pascale)

 

Raccontare Bari e la nostra terra

 

Giovedì 02 Luglio 2015, nella sala al piano inferiore del Fortino Sant’Antonio di Bari, è stata inaugurata la

Collettiva di Pittura Grafica e Fotografia dal titolo:

“Raccontare Bari e la nostra terra”.

Il Fortino di Sant’Antonio Abate sorge sul Lungomare Imperatore Augusto.

Fu eretto intorno al 1440 da Giovanni Antonio Orsini del Balzo Duca di Bari e Principe di Taranto, per proteggere Bari dagli assalti dei pirati saraceni, presumibilmente sui resti di una torre fatta costruire cent’anni prima da Roberto d’Angiò, e forse, sui resti di una chiesa bizantina del IX-X secolo. Sul portale si può ancora vedere lo stemma del Principe Orsini del Balzo. I baresi non sopportavano molto il dominio di Taranto e nel 1463 lo distrussero, fu ricostruito poi, dal 1501 al 1524, da Isabella d’Aragona, per rafforzare tutto il sistema difensivo della città. Alcune scale sotterranee permettevano una veloce evacuazione in caso di pericolo. La presenza al suo interno di una cappella dedicata a Sant’Antonio Abate, che si trova sotto l’androne, ha determinato il nome dell’intera struttura. Ogni anno, il 17 Gennaio la cappella e visitabile ed è possibile ammirare la statua lignea e un quadro di autore ignoto del Santo protettore degli animali domestici. Il Fortino, più volte, viene rimaneggiato fino al XVIII secolo quando fu rifatto il prospetto su Via Venezia. Segue un lungo periodo di declino e di degrado, viene addirittura adibito a canile municipale. I lavori di restauro iniziati nel 1994 terminano nel 2000 a causa del rinvenimento di varie presenze archeologiche.Finalmente l’edificio torna ad avere un compito importante: “essere contenitore prezioso per incontri culturali, mostre, dibattiti, spettacoli, un luogo reso fruibile e restituito a tutti i cittadini ed ai turisti che lo visitano con interesse”. Dal belvedere del Fortino è possibile ammirare il meraviglioso mare che bagna la città di Bari. Le pietre parlano da sole, una dopo l’altra ci raccontano non solo la storie dell’edificio, ma la storia stessa di Bari e dei baresi. Per “Raccontare Bari e la nostra terra” non poteva esserci luogo migliore, le pareti in pietra si sono rivestite di angoli della città, di volti, di alberi, di cattedrali, di tetti colorati, delle emozioni degli autori che si sono trasformate in immagini fotografiche o tele ben dipinte. La sala cosi allestita era bella, raccontava la città ed i suoi abitanti, ma non poteva bastare per Raccontare Bari e la nostra terra, allora la coordinatrice dell’evento, dimostratasi una brava padrona di casa, ha voluto trasformare la sala così allestita in salotto, uno di quelli buoni dove ci si incontra per fare festa. Ha chiamato i suoi amici, quelli dell’Associazione Onlus Mondo Antico e Tempi Moderni, un gruppo che studia la lingua dialettale della nostra città e produce poesia e prosa in lingua dialettale, il presidente, il prof. Nicola Cutino ha condotto la serata. Alle 19.00, il nastro rosso, tenuto da due pittrici è stato tagliato da Katya Abbrescia, il pubblico ha riempito la sala, dopo i saluti di benvenuto, il professor Nicola Cutino ha iniziato con la presentazione dei vari lavori e dei loro autori. I tre fotografi, Domenico Cammarella, Giuseppe Tangorra, Pasquale Mazzarano, hanno portato su quelle pareti di pietra, il calore di tanti angoli della città, particolari e dettagli di scene di vita quotidiana, a colori ed in bianco-nero, monumenti ripresi da punti di visti e sotto luci diverse e particolari, hanno permesso ai presenti di emozionarsi e restare ammutoliti. E’ emersa una linea comune tra i tre: la voglia di osservare per emozionarsi e trasferire emozioni attraverso le immagini. Alle pareti e su vari cavalletti porta-tela i lavori di Catia Cavone, Flavia Tatone, Lucia Torelli, Silvana Spadafina, Katya Abbrescia, Leo Nisi, Pasquale Cipriani, questi pittori hanno prodotto con pennelli, colori, matite ed inchiostri, viste reali della nostra terra e della nostra città, volti di santi di regine, di donne e di uomini, hanno dato spazio alle loro emozioni, alcuni di loro hanno immaginato una città con tetti e balconi colorati, qualcun altro ha introdotto nella scena del suo quadro degli strumenti musicali, una allusione alla vita, che è festosa e colorata. Angoli della nostra Puglia, terre colte ed incolte, alberi martoriati dal tempo e dalle intemperie, monumenti del nostro territori. La voce alla città ed ai suoi abitanti l’hanno data i poeti e gli scrittori del gruppo Mondo Antico e tempi moderni, Anna Cassano, Anna Sciacovelli, Bruno Aurisicchio, Crescenza Caradonna, Paolo De Santis, Pierluigi De Santis, Rosa Ungaro, Saverio Sciacovelli, Savino Morelli, Vito Sciacovelli, che hanno raccontato in poesia ed in prosa i sentimenti, l’amore, la vita di Bari e dei baresi, le pietanze, gli usi i costumi, il folklore.

L’attore Gennaro De Santis ha dato corpo e voce a Slobodan, un immigrato balcanico, che cerca di vivere nella nostra città, cerca di integrarsi. Raccontando questo suo percorso, Slobodan, ci racconta in tono umoristico, i baresi, i loro pregi ed i loro difetti.

Due brevi pezzi tratti dai racconti “Bari ti voglio bene” e “Via Manzoni: una strada magica” di Carmelo Colelli, pubblicati sulle riviste on-line Ilikepuglia.it e Italiauomoambiente.it,  sono stati letti dallo stesso autore. Il gradimento del pubblico lo si è misurato dagli applausi rivolti a tutti i partecipanti.

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Un modo particolare di inaugurare una mostra, i due padroni di casa, Katya Abbrescia e Nicola Cutino, hanno dato visibilità a tutti gli artisti.

Prima dei saluti sono stati consegnati a tutti i partecipanti i diplomi di merito.

La mostra resterà aperta dal 2 al 7 Luglio 2015.

La sera del 4 Luglio, ci sarà ancora festa, sarà una serata tutta in lingua dialettale, con declamazione di poesie e piece teatrali;

Martedì 7 Luglio ancora insieme per festeggiare la chiusura con canti e musica.

Piccole cose che producono cultura.

 

Raccontare Bari e la nostra Terra

in esposizione dal 2 al 7 luglio

presso il Fortino Sant’Antonio di Bari

Lungomare Imperatore Augusto

con apertura dalle 17,00 alle 23,00

 

Carmelo Colelli

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